DIGITAL AUDIO ADV. : LA PUBBLICITÀ DEL FUTURO
Nell’era moderna del digital marketing le aziende interessate a diffondere il proprio brand non possono fare a meno dei social media channels e dei video. Quest’ultimi sono una vera e propria calamita e quelli virali possono raggiungere milioni e milioni di visualizzazioni.
Ma oggi, (o più probabilmente domani), la supremazia dei video è a forte rischio. Infatti, nel bel mezzo “della rivoluzione nella rivoluzione”, nella nostra società si stanno diffondendo sempre di più strumenti tecnologici vocali: i famosi assistenti digitali come “Google Home” o “Alexa”.
Gli esperti sono pronti a scommettere che nel giro di 5 – 10 anni questi dispositivi diverranno un elemento imprescindibile della nostra esistenza, proprio come adesso lo sono gli smartphone. Gli assistenti digitali ci aiuteranno a gestire la casa, (ad accendere o spegnere le luci, i condizionatori d’aria, la macchina del caffè, la caldaia etc.), ci sveglieranno la mattina, ci diranno se è il caso di portare con sé l’ombrello per andare a lavoro e ci ricorderanno dove abbiamo parcheggiato l’automobile.
Insomma, la rivoluzione del “vocale” è iniziata ed il processo sembra essere irreversibile. È in quest’ottica che il digital advertising sta sviluppando un nuovo modo di fare pubblicità, servendosi solo ed esclusivamente dei suoni.
Arrivati a questo punto molti si chiederanno: “veramente sfruttare un contenuto vocale è così innovativo? E la pubblicità alla radio?”
In realtà si tratta di un concetto ben diverso, un po’ come la “reclame” in tv e i brand-video su YouTube. È diverso, infatti, il focus, le modalità di esecuzione, gli obiettivi finali ed il target.
Per quanto riguarda il “digital audio advertising” sono sopratutto tre i punti cardine da cui partire:
1. Innanzitutto, si dovrà puntare ad una personalizzazione totale. Magari, prendendo i dati proprio da Google Home “e i suoi fratelli”, bisognerà studiare a fondo quel determinato utente, cercando di scoprire quali sono le sue esigenze, priorità, passioni, etc.
2. Il secondo obbiettivo sarà quello di rendere il proprio brand riconoscibile tra milioni al primo impatto. Come? Cercando di utilizzare sempre gli stessi elementi: ad esempio, servendosi ogni volta della stessa voce, magari di un determinato influencer, utilizzando sempre la stessa tipologia di linguaggio, usare sempre lo stesso brano in sottofondo e così via.
3. Infine, è di fondamentale importanza, (ma questa è una regola che vale per tutti) saper essere in grado, (servendosi solamente del suono), di coinvolgere emotivamente, di far suscitare determinate emozioni e di rendere, attraverso i “feelings”, il proprio marchio unico.
Fonte: PURE BROS MOBILE Blog
Photo credits – Thomas Kolnoski via unsplash and Phuc H. via unsplash
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